Giochi perduti - Il gioco di Pepi Merisio
Pubblicato il 25/11/16
Categoria Mostre
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Fotografie (vintage e modern print), decine di giocattoli e un ricco calendario di appuntamenti per adulti e piccini sono le componenti del progetto ideato dal Centro Culturale Candiani e realizzato in collaborazione con Shots Gallery, Archivio della Comunicazione del Comune di Venezia, Museo dell'Educazione Dipartimento FISPPA Università degli Studi di Padova, IRE Istituzione di Ricovero e di Educazione, La Gondola Circolo Fotografico Venezia, FAST Foto Archivio Trevigiano.

Il gioco di Pepi Merisio costituisce il nucleo centrale della mostra che sarà inaugurata venerdì 11 novembre, ore 18.00, lavoro di un grande Maestro che con semplicità e grandezza ha ritratto, in viaggio per l'Italia, momenti di gioco come elemento fondamentale nella vita dei bambini e degli adulti.

Per Merisio all'epoca erano sicuramente momenti di vita “puri”, come dettava proprio la poetica Neorealistica e la tendenza fotografica e reportagistica di quegli anni, per noi oggi diventano documenti assoluti di tutta una tipologia e un'essenza del gioco che in parte non esiste più, e in parte si è radicalmente trasformata, lasciando spazio come molta della nostra vita negli ultimi anni, ai nuovi mondi digitali.

Non esiste un quando e un dove: dalla processione della domenica delle palme alle Necropoli, da Piazza Navona a Roma, a Piazza San Marco a Venezia, dal cortile interno della Basilica di Sant'Ambrogio a Milano, il gioco prende forma, in maniera spontanea e quasi innocentemente dissacrante anche in luoghi oggi considerati icone dell'arte e della storia, quinte impensabili oggi per scene di questo tipo.

Vera e propria mostra nella mostra, la sezione Giochi perduti dedicata a Venezia con oltre cinquanta immagini provenienti dal Fondo Fotografico Tomaso Filippi, l'Archivio storico del Circolo Fotografico La Gondola, il Fondo Reale Fotografia Giacomelli e il Fondo Borlui del FAST.

C'è chi gioca a calcio in Campiello de le strope e c'è chi si tuffa nei rii cittadini, una bimba salta la corda in Campo Squellini... Ma c'è anche il gioco delle bocce al Lido di Venezia -gli sfidanti in divisa elegante e impeccabile- il gioco delle carte, la lotteria con il coniglio alla Festa dell'Unità di Favaro e poi ancora le giostre e il nascondino…

 

Le fotografie evocano le grida dei bambini, le voci delle persone, i rumori di una Venezia “perduta”, quella dei giochi tradizionali, e il racconto per immagini sottrae così al passato un frammento di vita della nostra città.

I giocattoli provenienti dal Museo dell'Educazione dell'Università di Padova e da collezione privata completano un percorso pensato come invito a riscoprire e riflettere sul “tempo passato”, ma anche come stimolo ad “esplorare“ il mondo del gioco contemporaneo con spirito propositivo e creativo.

Un ricco calendario di appuntamenti per adulti e piccini completa una operazione identitaria piuttosto che nostalgica

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