Facce di mafiosi
Pubblicato il 23/05/09
Categoria Mostre
Gradimento: Molto Interessante
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Facce di mafiosi”, è il titolo di una mostra di 20 ritratti, olio su tela,
realizzati dall’artista Flavia Mantovan, nata a Roma il 26/11/1979
e che vive ed opera a New York.


I ritratti di Riina, Buscetta, Badalamenti, Sindona, Matteo Messina Denaro, Lo Piccolo padre e figlio, Al Capone e tanti altri
come Luciano Liggio sull'invito di "Facce di mafiosi" e che di pittura poté dilettarsi durante i lunghi soggiorni nelle carceri di Stato,

inaugurano di fatto all’interno del castello arabo-normanno di Salemi,
il "Museo della Mafia" che aprirà a settembre 2009,
voluto dal Sindaco Vittorio Sgarbi e dall'Assessore
alla Creatività Oliviero Toscani.

Il museo, sostenuto dalla Fondazione Rosselli, sarà intitolato a Leonardo Sciascia e sarà presieduto dal magistrato Giuseppe Ayala.

La mostra si è aperta oggi 23 maggio 2009 (giorno dell'anniversario della strage di Capaci) alle ore 21,00
nei saloni del Castello in Piazza Alicia a Salemi e resterà aperta al pubblico fino al 6 giugno2009.




Al Capone
Totò Riina
Matteo Messina Denaro

Tano Badalamenti


Michele Greco

Interno di famiglia




"Flavia Mantovan ritrae i volti dei boss dopo la loro cattura – dice Vittorio Sgarbi – sceglie, dunque, di mostrare il volto sfatto, invecchiato, perdente, del mafioso, in contrapposizione all’iconosfera dei nostri tempi, che, al contrario, li celebra alla stregua di presidenti, ministri, sindaci, assessori. “Facce di mafiosi” apre la sezione di esposizioni temporanee del museo della mafia, il quale non vuole essere mera provocazione, bensì testimonianza di un fatto umano, negli stessi termini in cui esiste un museo dell’olocausto"

Per Oliviero Toscani "Flavia Mantovan ha ritratto una parte della società di oggi senza moralismi, ha rappresentato un comportamento umano che va denunciato. Cosa nostra diventa ‘cosa di tutti’, attraverso le facce di mafiosi che siamo abituati a vedere solamente sui giornali e nei telegiornali"

Sempre Vittorio Sgarbi annuncia che "il museo sarà raccolta di testimonianze, di memorie, storie di una lunga sopraffazione contro lo Stato e al posto dello Stato. Più di ministri, presidenti, sindaci, i mafiosi hanno rappresentato l’autorità in Sicilia. Il male è diventato leggenda. Il danaro ha dato sostanza al potere”.


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