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Evgene Bavcar - Il buio è uno spazio
Pubblicato il 03/01/12
Categoria Mostre
Gradimento: Molto Interessante
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Evgen Bavcar - Il buio è uno spazio
Dal 19 gennaio al 25 marzo il Museo di Roma in Trastevere ospita le immagini dello sloveno Bavcar che, sfidando la sua cecità, riesce a mostrare aspetti del visibile a noi ignoti Mercoledì 18 gennaio 2012 alle ore 18, inaugura a Roma presso il Museo di Roma in Trastevere, la mostra “Il buio è uno spazio” di Evgen Bavcar che rimarrà aperta al pubblico dal 19 gennaio al 25 marzo 2012. Evgen Bavcar è uno degli autori più apprezzati del mondo della fotografia ma è anche non vedente dall’età di dodici anni, quando due terribili incidenti hanno gettato nel buio la sua vita. La mostra in esposizione a Roma presenta una selezione delle sue famose stampe in bianco e nero e - in anteprima assoluta per l'Italia - alcuni dei suoi scatti a colo Maggiori dettagli sulla mostra e l'autore e www.photographers.it/articolo/evgen-bavcar-il-buio-e-uno-spazio-museo-di-roma-in-trastevere-18-gennaio-ore-18-roma-1179.html Inaugurazione mercoledì 18 gennaio alle ore 18 Quando: 19 gennaio - 25 marzo 2012, chiuso il lunedì Dove: Museo di Roma in Trastevere, Piazza S.Egidio 1B Orari: Martedì-domenica 10.00-20.00, la biglietteria chiude un’ora prima Biglietti € 6,50 intero, € 5,50 ridotto; gratuito per le categorie previste dalla tariffazione vigente Enti proponenti Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico –Sovraintendenza ai Beni Culturali di Roma Capitale A cura di Enrica Viganò La produzione è organizzata da Admira in collaborazione con Galerie Esther Woerdehoff, Parigi Supporto organizzativo e servizi museali Zètema Progetto Cultura Info Tel. 060608 (tutti i giorni ore 9.00 – 21.00) www.museodiromaintrastevere.it - www.060608.it Organizzazione ed Ufficio Stampa Auronda Scalera CODE ® |Comunicazione|Design|Eventi Cell. (+39) 348 0380 883 Fax (+39) 06 23 32 11 press@codeagency.it www.codeagency.it |
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Perché quando ti prende, e ti coinvolge, non la lasci più per tutta la vita. Forse la trascurerai ogni tanto, magari anche per un lungo periodo, poi però tornerai da lei, perché sai che è una cosa tua, e soltanto tua. Perché la fotografia che hai scattato (o che farai), ti appartiene: rappresenta quello che hai visto, sentito, intuito, in un preciso momento, quasi sempre irripetibile.
dal National geographic